Notes: Come si possono impiegare i video per insegnare la storia? In che modo utilizzare le immagini per spiegare la biologia senza banalizzarla? Come coinvolgere gli studenti nella produzione di video sulle materie di studio? Partendo da queste domande, Didattica attiva con i video digitali suggerisce a docenti, educatori e formatori gli aspetti su cui puntare nell’utilizzo dei video in classe, evidenziando strategie, tecniche e modalitàd’impiego di tali strumenti per un insegnamento e un apprendimento efficaci. I video possono diventare un importante mezzo per motivare gli studenti, rendere più accessibili i contenuti di qualsiasi disciplina e valorizzare le lezioni, fornendo inedite opportunitàdi riflessione, discussione e rielaborazione. Dopo una breve panoramica sull’orizzonte culturale e socio-tecnologico e sul dibattito pedagogico relativo all’uso dei nuovi media, il volume si sofferma su differenze e tratti specifici dei video digitali, per poi sviluppare ampiamente le diverse attivitàche possono essere realizzate dal docente e dagli alunni, tra cui la «video annotazione», gli ipervideo e il lavoro di produzione collaborativa. Conclude il testo una serie di allegati con numerosi rimandi a servizi online utilizzabili per lo svolgimento di attivitàpratiche e l’individuazione di risorse video.
Notes: La Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) rappresenta un’innovazione tecnologica che può cambiare radicalmente e in positivo il modo di far scuola, di insegnare e di apprendere. Come spesso accade quando viene introdotto un nuovo approccio in classe, con il suo carico di novitàe di sconvolgimento di routine consolidate, si scatenano vivaci entusiasmi e forti perplessità; ora però i tempi sono maturi per un’analisi più obiettiva e ragionata dei vantaggi di una didattica con la LIM e delle problematiche aperte che vanno affrontate e risolte. A partire da un’aggiornata ricognizione della letteratura sull’argomento, l’autore presenta quelli che sono gli aspetti su cui puntare nell’utilizzo di questo nuovo strumento (partecipazione attiva dell’alunno, attenta gestione delle dinamiche relazionali, promozione di forme di lavoro collaborativo, ecc.), ovviando a quelli che sono i potenziali limiti (spettacolarizzazione della lezione, iperstimolazione, rischio di favorire il ritorno a modalitàdi insegnamento nozionistiche, ecc.).
Notes: Chi si occupa di formazione nei diversi contesti pone richieste sempre più pressanti alla didattica: di quali conoscenze si avvale questo dominio di conoscenza? Come può aiutare nelle decisioni che istituzioni e responsabili della formazione sono sempre più spesso chiamati ad assumere? Così sollecitata la didattica Ú indotta a rivisitare la propria struttura identitaria con maggior rigore, ponendo al centro la dimensione criteriale e valutativa relativa alle tipologie di evidenze e al grado di affidabilitàdei saperi di cui essa può avvalersi.
Notes: Questo capitolo propone un’analisi di prospettiva e un modello teorico per un ambiente Open Source di supporto agli apprendimenti collaborativi. I fondamenti teorici e le proposte metodologiche provenienti dall’area del Computer Supported Collaborative Learning (CSCL) non trovano adeguato riscontro nelle funzionalitàofferte dalle piattaforme oggi più in uso nel campo dell’e-learning, in particolare quelle sviluppate nell’ambito di iniziative Open Source, che non sono quindi in grado di sostenere adeguatamente lo sviluppo di processi di apprendimento collaborativo. Emerge pertanto la necessitàdi strumenti specifici volti a favorire la pianificazione e il monitoraggio di attivitàcollaborative e la riflessione metacognitiva. Il progetto ‘Nuove tecnologie per la formazione permanente e reti nel sistema socioeconomico italiano’ persegue, tra i suoi obiettivi, un’azione di trasferimento di funzionalitàCSCL al mondo Open Source, con la progettazione e realizzazione di prototipi di servizi a supporto dell’apprendimento e del lavoro collaborativi.
Notes: Il libro mette in evidenza i limiti dell’approccio fino ad oggi seguito da gran parte delle esperienze di e-learning, prospettando lo scenario di un e-learning di «seconda generazione» teso all’integrazione tra le metodologie di e-learning formal e informal. Si inserisce nell’ampia riflessione che, nel mondo del Web, va sotto il nome di «Web 2.0» e che valorizza la dimensione sociale della rete vista come un prodotto della collaborazione di tutti i suoi fruitori/costruttori.
Notes: poster presentato al Primo Meeting Internazionale delle Scienze Bioeducative "Mente, Apprendimento e Conoscenza nei Contesti Formativi", Napoli, 24-25 Ottobre 2002.